L’iniziativa a Roma del Gruppo Mondiale per l’Energia da Fusione: “L’Italia lavora per essere uno degli hub internazionali in questo settore strategico”
Roma, 6 novembre – Intervento del ministro Pichetto: Vicepresidente Tajani, Sottosegretario Mantovani, Direttore Generale Grossi, colleghi ministri, signore e signori delegati, gentili ospiti, mi unisco al benvenuto a Roma del Ministro Tajani per la prima riunione del Gruppo Mondiale per l’Energia da fusione.
Ringrazio il Direttore Generale Grossi che nel suo intervento confermerà il forte impegno dell’Agenzia nel promuovere il dialogo internazionale su un tema di importanza cruciale per il futuro delle nostre società, dei nostri cittadini e delle imprese che pure oggi sono qui rappresentate insieme al mondo della ricerca e dell’innovazione a cui pure va il mio benvenuto.
Proprio ricerca e innovazione, come mai prima, hanno oggi il potenziale, nel settore dell’energia, di produrre cambiamenti con un impatto diretto sul pianeta in termini di tecnologia applicata all’obiettivo di realizzare impianti a fusione.
E non è un caso che la prima riunione di questo gruppo si svolga ora e si svolga in Italia, nell’anno in cui, sotto la guida del Presidente Meloni, il comunicato finale dei Leader del G7 ha incluso per la prima volta un riferimento specifico allo sviluppo dell’energia da fusione, con l’impegno a promuovere collaborazioni internazionali, incoraggiare gli investimenti privati e promuovere approcci coerenti alla regolamentazione del settore.
La riunione di oggi segue inoltre solo di due giorni un’altra prima riunione, quella del Gruppo G7 sull’Energia da Fusione, istituito a Venaria dai Ministri dell’Energia G7 sempre per iniziativa italiana e riunitosi l’altro ieri presso il Centro Ricerche ENEA a Frascati per discutere priorità, buone pratiche, criteri regolatori e sostegno alle collaborazioni pubblico-privato.
Siamo la patria di Enrico Fermi e l’impegno convinto e concreto del Governo italiano si richiama e costruisce proprio sulla eredità, ma anche sull’attualità, delle eccellenze che l’Italia ha nel settore.
Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha in questi due anni sostenuto, investito e puntato su queste eccellenze con un’azione che ha portato il 21 settembre dello scorso anno alla creazione della Piattaforma Nazionale per un Nucleare Sostenibile, che ha messo a sistema le migliori competenze italiane per condurre analisi e proporre soluzioni per il futuro energetico italiano, inclusa la fusione.
Questo perché siamo profondamente convinti che sulla strada verso la sicurezza energetica e la decarbonizzazione, così come sosteniamo che nessuno deve essere lasciato indietro, allo stesso tempo, secondo il principio della neutralità tecnologica, crediamo che nessuno strumento o tecnologia vadano esclusi se sicuri, efficaci, sostenibili e basati sulla scienza
È un approccio che seguiamo “a casa”, ma che promuoviamo anche in tutti gli ambiti internazionali in cui siamo protagonisti.
Ho già detto del G7, ma sono orgoglioso di sottolineare che il contributo italiano si distingue a livello internazionale anche per la qualità e la competenza delle nostre aziende, università ed enti di ricerca.
Siamo tra i principali contributori del grande e ambizioso progetto ITER e mi fa piacere salutare il Direttore Generale Pietro Barabaschi che è oggi con noi.
Sul totale investito dall’Europa nel progetto, più di un quarto è assegnato alla filiera italiana per la realizzazione di componenti ad alto contenuto tecnologico.
Ospitiamo a Padova la facility per i test e lo sviluppo degli iniettori di particelle per il riscaldamento del plasma, dal progetto ITER abbiamo acquisito nuova esperienza e referenze uniche e oggi siamo tra i principali attori al mondo nella produzione di componenti complessi e critici per la fusione, anche nel crescente mercato del settore privato.
Proprio sul partenariato pubblico-privato stiamo puntando con forza, convinti che possa generare un ambiente fertile per lo sviluppo di tecnologie avanzate.
È il caso del Divertor Tokamak Test facility (DTT) in fase di costruzione presso il Centro Ricerche ENEA di Frascati, passo fondamentale per testare una tecnologia chiave per i futuri reattori a fusione.
Si tratta di una iniziativa italiana parte della roadmap europea e che coinvolge enti di ricerca, università attive nella fusione e l’ENI, che peraltro sta lavorando anche con la Commonwealth Fusion Systems su tecnologie basate su campi magnetici elevati.
Cari colleghi, come ogni Paese l’Italia ha l’obiettivo prioritario di favorire stabilità e sicurezza del proprio sistema energetico, creando un ecosistema di innovazione che attiri investimenti e talenti e rafforzando la competitività.
Al tempo stesso siamo di fronte a una sfida che nessun Paese, per quanto avanzato nella ricerca e nelle risorse, può affrontare da solo.
L’Italia lavora quindi per essere uno degli hub internazionali in questo settore strategico e per questo il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica collabora strettamente con la IAEA e tutte le altre organizzazioni impegnate.
Stephen Hawkin diceva che la fusione è “una delle risorse energetiche più promettenti e può aiutarci a garantire un futuro sostenibile.” In questo senso intendiamo contribuire a fare della fusione una risorsa che sia fonte al tempo stesso di energia e crescita sostenibile e condivisa.
Sappiamo che la strada per raggiungere questo ambizioso obiettivo è ancora lunga e complessa, ma sono certo che le discussioni che avremo oggi e le collaborazioni che da questo incontro emergeranno tra i nostri Ministeri e organizzazioni segneranno un passo in avanti importante su questa strada.